Le immagini ricevute all’interno di una sessione possono essere molto ricche e dettagliate così come non avere particolari fisici e/o materiali precisi ma essere molto emotive.
Durante la pratica si pone effettivamente, se possibile da parte dell’ipnologo, un accenno al fatto di portare la persona a prendere coscienza della dimensione nella quale si sta muovendo il suo inconscio.
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Viene, ad esempio, invitata a osservarsi mani e piedi per individuare la tipologia di abiti e calzature in modo da cogliere dei particolari che richiamino la mente una determinata collocazione anche temporale.
Questo permette alla persona di entrare più in profondità nel proprio ricordo: infatti le sensazioni che possono derivare dall’osservazione di un determinato capo di abbigliamento possono aprire ulteriori scenari durante la sessione, momenti importanti in cui ci sono frammenti mnestici ancora attivi che per la persona è necessario portare alla luce.
Agli oggetti si legano dei ricordi emotivi importanti.
Ricordi l’emozione che hai provato nel ritrovare, magari dopo parecchi anni, una maglietta di quando eri adolescente che ti ha riproposto il ricordo di un primo amore?
Gli oggetti hanno, anche dal punto di vista psichico, una valenza simbolica e il simbolo attiva immediatamente una risposta energetica.
Durante una sessione di ipnosi regressiva dobbiamo sempre ricordare che anche la nostra parte cognitiva, quella logico-razione, rimane comunque attiva ma viene messa solo nello stato di osservatore non interferente, come si dice in gergo tecnico.
Ecco perchè vedere determinati oggettiva attiva sicuramente anche una collocazione spazio-temporale collegata all’emisfero logico, che rimane importante nella nostra esperienza perchè è quello che ci permette di dare un senso al tipo di momento che stiamo vivendo.
Questo è il motivo per cui sentiamo, una volta tornati allo stato di coscienza, una particolare fascinazione per un determinato periodo storico o area geografica.
Il fatto che la mente rimanga ricettiva comporta la possibilità di avere, tramite una richiesta al nostro inconscio da parte dell’ipnologo, una risposta a una determinata data.
Questo non avviene sempre in maniera sistematica perchè può essere che la persona stia vivendo questa esperienza a livello personale così intensamente che la richiesta non soddisfi un criterio di priorità e quindi viene bypassata.
Per il nostro flusso di coscienza, la nostra anima e il nostro spirito il tempo non esiste e non è quindi un parametro da considerare poichè – la fisica quantistica ce lo sta anche dimostrando – tutto accade contemporaneamente.
Se questo è vero, è anche vero che comunque l’informazione legata al dato temporale è disponibile per la coscienza e può emergere senza dubbio.
La collocazione temporale non è però uno dei parametri più importanti per stabilire la veridicità o meno di un’esperienza regressiva, perchè non è tanto importante che la nostra mente razionale trovi una spiegazione quanto il processo energetico alla base.
La datazione risulta importante anche quando cerchiamo volutamente di portare il ricordo in una data precisa o in un arco temporale molto ristretto durante il quale ci sono delle azioni che devono essere osservate e che sono già state rilevate precedentemente all’interno di un percorso di regressione oppure, più tipicamente, di counseling spirituale.
La precisione legata alla datazione dell’esperienza di regressione può avvenire spesso anche in maniera indiretta cioè attraverso l’osservazione degli elementi esterni (ambienti ma anche abbigliamento) rispetto se stessi oppure altre persone.
A questo proposito voglio raccontarti l’esperienza di una mia cliente che ho trovato particolarmente interessante e illuminante.
Durante la sessione abbiamo subito notato che la sua attenzione era focalizzata nella descrizione, anche abbastanza corposa, di una casa con una precisa tipologia di portico. Mi ha persino descritto il profumo del legno di cui era fatto!
Nel proseguire la sua esperienza, che si è rivelata intensa anche per le tematiche emerse, ha individuato un abbigliamento insolito per se e per l’uomo che l’accompagnava (che rappresentava sia il suo carceriere che il suo liberatore): casacca e pantaloni bianchi, cinture in vita a metà tra il rosso e il bordeaux.
Si è dilungata parecchio su questi particolari che, evidentemente, per lei in quel momento erano un mezzo per andare ad approfondire il suo ricordo emotivo ed emozionale (che abbiamo successivamente verificato in altro modo con la mia guida).
Le immagini erano molto vivide quindi, al termine della regressione, avevamo ottenuto un vero e proprio dipinto, un quadro del periodo storico in cui era risalita che ci permetteva di collocarlo intorno al 1700.
La descrizione che mi aveva fornito non richiamava esattamente l’abbigliamento di quel secolo ma abbiamo preso questo input per quello che era.
La cosa interessante è che qualche settimana dopo ho ricevuto una sua email nella quale aveva allegato una foto che era il ritratto quasi perfetto della stessa tipologia di casa e di abbigliamento che mi aveva descritto durante l’esperienza ipnotica.
Quella della mia cliente era un’immagine che aveva già visto e dalla quale poteva quindi aver attinto per il suo ricordo?
Pare proprio di no, perchè mi ha rivelato di essere incappata in quella immagine durante una ricerca per il suo lavoro che non ha a che fare nè con quel periodo storico nè con la pratica di ipnosi.
Un link l’ha portata a un altro e così per diverse volte, finchè a un certo punto questo tipico “comportamento digitale” le ha mostrato quella immagine che si colloca proprio nel secolo che lei aveva individuato.
Oltretutto non è un’immagine comune perchè è collegata a una piccola comunità di pescatori sul Mare del Nord che ha conservato per lungo tempo usi e costumi propri anche durante momenti di forte cambiamento.
Affascinante, non trovi?
Questa regressione ci ha dato modo di verificare che la descrizione temporale di un ricordo durante una trance ipnotica può essere verificata in maniera diretta oppure indiretta.
Nel primo caso, con l’emergere di una datazione precisa come nell’esperienza che ti ho raccontato mentre nel secondo attraverso la descrizione del contesto nel quale la regressione avviene.
Contesto che può essere confermato tramite documenti e immagini ancora esistenti, qualora la nostra mente razionale avesse bisogno di una prova tangibile.