Raccontare la storia dei tarocchi non è affatto facile.
Essi sono avvolti, per quello che riguarda i loro significati più profondi e il loro simbolismo, da un’aura quasi magica e misteriosa.
Cercare di ricostruire la storia dei tarocchi ci pone di fronte alla necessità di integrare aspetti storici, aspetti sociali ed aspetti esoterici. Tanto è vero che possiamo parlare di ben tre storie.
Una storia millenaria, legata strettamente al tipo di diffusione e alla pubblicazione delle carte dei tarocchi. In questo filone si inseriscono sicuramente le storie delle grandi famiglie di stampatori, che furono i primi depositari e autori della diffusione di questo gioco, di queste immagini al grande pubblico.
Una storia esoterica che prende in considerazione una serie di personaggi che cominciano a fare la loro comparsa a partire dal tardo 1700 e che sono studiosi, ricercatori dell’occulto, storici, filosofi ma anche mistici, visionari e artisti. Questi personaggi ricercano e sviluppano il concetto stesso del valore alchemico, simbolico, psicologico e appunto esoterico delle immagini e dei simboli riprodotti nelle carte.
Una storia moderna, o meglio trans oceanica, che inizia all’incirca negli anni ’70 del ‘900 con la pubblicazione a Stanford negli USA del mazzo dei Reader White Smith, nella quale confluiscono gli aspetti mistici ed esoterici già ampiamente identificati e quelli più strettamente collegati a tutto quel movimento che è stato poi identificato con il fenomeno della new age.
Utilizzando questi tre criteri, cercherò di fornirti una cronologia che ti permetta di inserire i vari mazzi di tarocchi con i quali potresti venire in contatto nel corretto contesto storico.
Questo elemento può non essere essenziale nella scelta di un mazzo di tarocchi e nel suo utilizzo, poiché le verità universali che sono depositate nel valore simbolico degli arcani maggiori e minori non vengono modificate.
Però è giusto sapere anche che ogni periodo storico ha manifestato un determinato tipo di energia e si è mosso entro criteri e direzioni diverse, ponendo l’attenzione alle volte su un aspetto alle volte su un altro.
Avere coscienza anche di quello che può essere stato il contesto storico in cui determinate interpretazioni e letture sono emerse potrebbe fornirti una chiave di lettura diversa delle tue stesse sensazioni che, se sei un praticante di Tarocchi, hai notato essere molto variabili ogni volta che vieni in contatto con un mazzo diverso.
Cose importanti da sapere sui tarocchi
I tarocchi nascono come un gioco, una forma di intrattenimento che probabilmente deriva dal “Nabib”, l’antico gioco che i primi crociati avevano cominciato a praticare nelle taverne una volta ritornati in Europa dalla Terrasanta e che si basava su una serie di combinazioni di carte numerate divise in quattro semi. In questo gioco non sono presenti le figure degli arcani maggiori.
I primissimi mazzi di tarocchi, con variazioni di numero e di seme, li troviamo circolare intorno al 1400/1440 nel Nord Italia, probabilmente stampati nelle primissime edizioni a Milano o a Ferrara.
Il primo mazzo completo, cioè composto da 78 carte con la suddivisione dei 22 arcani maggiori e dei 56 minori, è anche il mazzo storico più antico ed è datato 1451. Conosciuto come il Visconti- Sforza, prende il nome dalla corte in cui è stato utilizzato.
I tarocchi si diffondono nelle corti del Nord Italia, ambiente nel quale probabilmente cominciano a circolare anche visioni più intellettuali che si riferiscono a questo particolare gioco di carte. Nel 1500 dalle corti si diffondono anche nelle taverne come gioco d’azzardo, e siamo al corrente di questa diffusione così ampia poiché la Chiesa come istituzione interviene prima per sconsigliare e poi proibire la pratica del gioco dei Tarocchi.
I tarocchi italiani arrivano in Francia portati dai soldati a seguito dell’invasione del Ducato di Milano. Da questo momento, si diffonderanno in tutto il continente europeo arrivando in Inghilterra, per poi ritornare in Italia e diffondersi nelle Americhe.

Possiamo quindi dire che i tarocchi nascono in Italia e difatti abbiamo gli stampatori fiorentini che stampano il “Tarocchino Italiano”.
Non è un caso che il famoso mazzo di tarocchi possa dirsi un’evoluzione riorganizzata del tarocco di Marsiglia ed è ancora adesso uno dei più utilizzati e studiati, sicuramente anche grazie al lavoro minuzioso di ricostruzione storica di Alejandro Jorodowsky e degli eredi della famiglia Camoin.
Il tarocco di Marsiglia per primo ci permette, anche a livello storico, di evidenziare delle differenze notevoli tra le figure presenti nel tarocco italiano e quelle che poi sono invece diventate le figure del tarocco classico o marsigliese, successivamente riprese dallo stesso Jorodowsky.
I tarocchi di Marsiglia, arrivati ai giorni nostri, sono i primi a rivelarsi come un modello iconografico coerente che ha attraversato i secoli, riuscendo a mantenere intatto un significato archetipo e simbolico pur con un adattamento, attraverso la sostituzione di alcune figure in modo da poter essere reso accettabile e integrabile nel contesto sociale e religioso.
Quella più evidente è stata la sostituzione nel tarocco di Marsiglia della figura di Giunone con quella della Papessa, e quella di Giove con quella del Papa.
Si mantiene così la caratteristica simbolica collegata all’antica tradizione e ai miti associati a queste due divinità, ma si permette di renderli accettabili al modello religioso dominante, garantendo a tutto il mazzo la diffusione e la sopravvivenza.
Dal 1451 fino al 1770 i tarocchi, pur con le evoluzioni e le sostituzioni che abbiamo visto, mantengono la loro iconografia praticamente identica e l’aspetto esoterico viene trascurato a favore di un aspetto ludico, al massimo collegato in maniera trasversale ad un utilizzo di tipo predittivo.
Ed è proprio nel 1700, in un periodo dominato dalle scoperte scientifiche e dalle idee, i tarocchi passano da intrattenimento ad insegnamento esoterico.
Questo passaggio avviene ad opera di filosofi e pensatori, ma anche di astrologi e studiosi dell’occultismo che spesso operano all’interno di società più o meno segrete e che cominciano a far circolare su scala più ampia, attraverso pubblicazioni di vario genere, scritti in cui raccolgono e collegano alla pratica tarologica tutta una serie di significati e di insegnamenti anche di tipo astrologico, alchemico, mistico e magico.
In questo periodo cominciamo ad assistere alla nascita di due scuole di pensiero legate ai Tarocchi: la scuola francese e la scuola inglese.
Alla scuola francese appartiene Jean-Baptiste Halliete che nel 1770 pubblica proprio il mazzo Etteilla Tarot che possiamo dire costituire la pietra miliare di quella che è la prima scuola tarologica organizzata d’Europa.
Per tutto il 1800 assistiamo ad un crescente interesse verso i tarocchi e il mondo dell’occulto, e cominciamo a osservare i primi passi verso quello che è un approccio più psicologico, introspettivo e già quasi intuitivo.
Nel 1856 Eliphas Levi, dopo la pubblicazione nel 1855 di un importantissimo lavoro esoterico intitolato “Il Dogma e la ritualità dell’Alta Magia”, collega direttamente gli arcani maggiori alla Cabala. Solo qualche anno più tardi, nel 1888, assistiamo alla nascita dell’ordine della Golden Down che influenzerà tutto il fine secolo e l’inizio del ‘900.
Le idee della Golden Down orienteranno anche tutta la ricerca esoterico-spirituale dell’Inghilterra riportando al centro le classiche domande esistenziali “da dove veniamo”, “che potere abbiamo realmente?“, “qual è lo scopo ultimo dell’anima e dell’incarnazione?“.
Queste idee riportano anche l’attenzione in maniera sistematica non solo sui cosiddetti fenomeni paranormali – che con l’inizio del ‘900 entreranno a ragione nel concetto dello psichismo – ma anche al recupero del mito e della mitologia come elementi vivi ed attivi dello sviluppo della coscienza umana (gli Archetipi di Jung).
Nel 1889 Oswald Wirth pubblica il suo mazzo di 22 arcani maggiori nella cui raffigurazione include la simbologia cabalistica e massonica.
Entriamo così nel 1900, secolo estremamente attivo dal punto di vista della ricerca e dell’approfondimento di tutti fenomeni psichici e psicologici dell’animo umano, e nel quale anche la simbologia dei tarocchi comincia a trasformarsi in alcuni casi radicalmente.
Cominciamo ad assistere alla vera nascita di un approccio intuitivo alla lettura dei tarocchi. Un approccio quindi non più basato su significati dati e ricercati, ma su significati personali ed interiori.
A questo punto con la prima pubblicazione del 1909 del mazzo Rider White – Smith abbiamo la trasformazione delle immagini dei Tarocchi.
Essi diventano un mezzo per esprimere, indagare e conoscere anche attraverso l’espressione artistica, astratta, fortemente individuale e molto spesso sincretica il proprio mondo interiore personale, calato all’interno di un percorso archetipo universale.
Nel 1942 abbiamo la pubblicazione dei Thot Tarot di Aleister Crowley e infine, nel 2013, quella degli illuminati Tarot.
Questo è l’ultimo capitolo di quella che è una storia di liberazione e di reinterpretazione di un sentiero antico e arcano, modernizzato e reso accessibile a tutti, utilizzando anche le moderne tecniche di illustrazione che permettono di parlare un linguaggio fatto di immagini ancora più complesse che risentono e traducono il mondo immaginale attuale.
Con l’inizio del 1900 assistiamo quindi a una trasformazione radicale dell’approccio alla tarologia.
Si passa da una mantica arricchita da simbologie ermetiche a una lettura non più predittiva ma assolutamente introspettiva e narrativa, il cui scopo è quello di permettere la conoscenza, e l’auto conoscenza, dei propri meccanismi psicologici attivi attraverso le immagini stesse.
Da questo momento i Tarologi non sono più legati all’utilizzo di un solo mazzo ma ne usano di diversi anche all’interno di una singola lettura, basandosi sulla percezione intuitiva suggerita dalle immagini.
E le carte, pur considerate portatrici di una scienza, o meglio di una conoscenza, non sono però più univoche e definite bensì vengono utilizzate per ampliare ulteriormente i loro significati attraverso l’individualità di chi legge.